• Un “altro” stemma per Canneto.

    Posted on 7 dicembre 2020 by Alessandro in Storia.

    UN “ALTRO” STEMMA PER CANNETO, a cura di Giuseppe Milianti e Alessandro Colletti.

    L’amico Giuseppe Milianti, che condivide con me la passione per la storia locale, si è imbattuto in una interessante raccolta di stemmi nobiliari pisani datati XVII secolo. Tra questi ha catturato la sua attenzione quello di una famiglia “Da Caneto” e mi ha subito contattato.

    Stemma della famiglia nobile pisana Da Caneto

    Stemma della famiglia nobile pisana Da Caneto

    Il toponimo Canneto, spesso nelle carte geografiche e antichi documenti con grafia Caneto, lo troviamo citato cinque volte dal Repetti nel suo Dizionario geografico fisico storico della Toscana. Scartati tre luoghi per la lontananza dall’area di influenza pisana, rimane un’altra località chiamata Canneto, in passato appartenente a Montaione – sotto l’influenza fiorentina – ora nel comune di S. Miniato, che ha una storia antica risalente al 780, ma del quale si perdono le tracce.

    La presenza di numerosi stemmi di famiglie del territorio intorno al nostro Canneto, Sassetta in primis, Castagneto e Donoratico, Castelnuovo, Monte Castello, Campiglia e Piombino, fanno pendere la bilancia della attribuzione, e se aggiungiamo lo stemma comunale di Canneto del Palazzo dei Priori di Volterra potremmo scommettere che lo stemma si riferisce proprio al Castello di Canneto, Monteverdi.

    Personalmente, riguardo all’animale raffigurato nello stemma, come prima impressione ho detto: “E’ una pecora”. Milianti invece “è un Agnus Dei”. Lasciamogli ora la parola:

    “Essendomi spesso interessato di storia locale, principalmente per il mio paese (Sassetta) ma anche per i borghi, paesi e castelli dei dintorni, ho avuto occasione di consultare la “Raccolta di stemmi delle famiglie nobili di Pisa”, Codice Taddei, 1601-1700, della Bibliothèque nationale de France.

    Ebbene, è con piacevole soddisfazione che in questo tomo ho rinvenuto, a poche pagine di distanza dallo stemma degli Orlandi della Sassetta, anche lo stemma di una (altrimenti almeno per me sconosciuta) famiglia Da Caneto.

    Essendo a conoscenza delle ricerche fatte dall’amico Alessandro Colletti, che sapevo autore di pregevoli e assai apprezzate ricerche storiche, ed in particolare del ritrovamento e presentazione dello Stemma comunale di Canneto, dal Palazzo dei Priori di Volterra; e insieme, siamo giunti alla conclusione che anche questo stemma pisano sia con sufficiente probabilità attribuibile a Canneto.

    Stemma di Canneto, palazzo dei Priori. Volterra.

    Stemma di Canneto, palazzo dei Priori. Volterra.

    Purtroppo il Codice Taddei è assai scarso di informazioni, e riporta solo gli stemmi con l’indicazione dei nomi e nessuna ulteriore indicazione; anche cercando di esaminare lo stemma con un’infarinatura di araldica non si riescono a ricavare ulteriori elementi chiarificatori.

    Diversi elementi, secondo i dettami dell’araldica, potrebbero servire a identificare le caratteristiche della Famiglia proprietaria dello Stemma, ma nel nostro caso, sia la forma dello scudo (inclinata a tacca, del tipo tedesco) che del timbro (l’ornamento che sta sopra lo scudo, e che oggi serve a identificare il “grado” della famiglia, essendo distinta in Elmi di distinta cittadinanza e in Corone di nobiltà, che raffigurando spesso altri elementi identificativi[1]) si ripetono identici per tutti gli stemmi riprodotti nel Codice, ed anzi se ne trovano parecchi incompleti o addirittura “in bianco”, ferma restando la forma di scudo e timbro, che sono stati evidentemente scelti come “formato standard” per tutte le Famiglie qui citate. Cosa che, da un lato ci permette di ammirare Stemmi pregevolmente riprodotti a mano e bellissimi, ma dall’altro ci priva appunto della possibilità di una lettura araldica approfondita.stemmi-in-bianco

    Dobbiamo quindi riferirci principalmente all’Arme riprodotta sullo scudo: e qui, le tre canne riprodotte insieme al Bianco e Rosso del Campo, ci parlando di uno Stemma quasi identico a quello volterrano ritrovato dall’amico Colletti.

    Le differenze stanno (oltre che nello stile grafico) nella partizione, che a Volterra è “partita” (divisione netta in verticale) mentre qui appare “Inchiavata” (cioè a zig zag) in orizzontale; e soprattutto, nella presenza, nella parte superiore di Rosso, della figura di un ovino passante, che identificherei senz’altro con un Agnus Dei (detto anche Agnello Pasquale); la raffigurazione più frequente dell’Agnus Dei è leggermente differente, ma si trovano anche raffigurazioni uguali a questa, e l’elemento più chiaro è la presenza dello Stendardo a due punte (anche se qui sembra privo della Croce), tenuto con la zampa destra.

    Un esempio di Agnus Dei, tratto dal Vocabolario Araldico Ufficiale a cura di Antonio Manno (Roma 1907)

    Un esempio di Agnus Dei, tratto dal Vocabolario Araldico Ufficiale a cura di Antonio Manno (Roma 1907)

    E’ ben più arduo cercare di comprendere a cosa alluda la presenza di questo Agnello: forse una compartecipazione al Feudo da parte dell’autorità ecclesiastica (come accade, ad esempio, nello Stemma di Greve in Chianti o in quello della cittadina di Biot in Provenza, della quale il Vescovo di Grasse era co-signore, insieme coi Cavalieri di Malta –la cui Croce sta nella parte bassa del Campo), forse l’appartenenza a un ecclesiastico di famiglia cannetana… l’Agnello Pasquale venne utilizzato come insegna dall’Arte della Lana di Firenze, per cui è possibile che ci sia anche un riferimento a questo.”

    Aggiungo che in araldica la pecora è anche simbolo di vaste proprietà adibite alla pastorizia, che ben si collega alla presenza dei vasti possedimenti adibiti a pascolo dei monaci di Vallombrosa, ma anche alla posizione di Canneto sulla strada della transumanza.stemma-di-biot

    La canna, pianta docile perché capace di resistere alla violenza dei venti pur piegandosi, è per questo simbolo di costanza, ma anche della

    Stemma del Comune di Greve in Chianti

    Stemma del Comune di Greve in Chianti

    letteratura poiché gli antichi scrivevano utilizzando appunto una canna. La canna nel nostro caso viene definita arma parlante perché richiama direttamente il nome di Canneto.

    Contiamo comunque sul fatto che questo ulteriore ritrovamento possa essere gradito agli amici di Canneto, e anche a tutti gli interessati della Storia locale.

    Giuseppe Milianti e Alessandro Colletti

     


    [1] Ad esempio, nello stemma degli Orlandi presente nella Raccolta Ceramelli Papiani dell’Archivio di Stato di Firenze si trova lo Stemma degli Orlandi riprodotto in maniera molto simile a questi del Codice Taddei, ma con apposta come timbro la figura del Drago giacente, elemento caratteristico appunto della casata Orlandi

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