Monteverdi Marittimo non vanta personaggi famosi che, in passato, diedero lustro alla terra di origine. Tuttavia abbiamo scovato un pittore monteverdino che in epoca medievale ebbe il suo momento di notorietà: Duccio da Monteverdi.
A Volterra, nel borgo di San Giusto, sulla strada di accesso alla veduta delle Balze, sorgeva la chiesa di San Marco. Quel poco che è rimasto di questa chiesa, oggi è stato adattato ad abitazione privata. Era una chiesa antichissima e ricca di opere d’arte e sembra che vi fosse abbinato anche il Monastero delle Benedettine.
In questa zona si apriva una porta denominata prima «della Guerruccia» e poi di «San Marco». Nel 1355, i pittori Tommasino da Bologna e Duccio da Monteverdi eseguirono varie pitture sacre anche alla porta di San Marco. Tutto però è scomparso, perché molto probabilmente è stata inghiottita dalla voragine delle Balze. Oggi esistono solo i massi etruschi, unici resti delle ciclopiche mura.
Ecco come Mario Battistini, storico volterrano, riporta la notizia sul settimanale Il Corazziere del 30 maggio 1920:
Tommasino da Bologna e Duccio da Monteverdi, pittore, a Volterra nel 1355.
Nei nostri Statuti troviamo stabilito che presso le porte della città dovessero dipingersi sacre immagini, presso le quali doveva ardere continuo lume. Tutto è scomparso delle pitture stesse, ma si ricorda che una parte di affresco, già esistente nel gabellino della porta S. Felice, si trova oggi nel piccolo oratorio presso la porta medesima. Per soddisfare adunque alle disposizioni statuarie i priori volterrani, anche nel 1355 fecero eseguire varie pitture presso la porta di S. Marco e di S. Stefano e furono autori di esso i pittori Tommasino da Bologna e Duccio
I documenti dell’epoca riportano alcune persone di nome Duccio. Bisogna considerare che Duccio è l’ipocoristico, cioè accorciativo, di altri nomi quali Ubaldo, Guido, Leonardo, Manfredo, Baldassarre, Bardo, Corrado, Davide, Guido, Tebaldo ed altri.
In un documento volterrano del 1311 il vicario, e i consiglieri del comune di Monteverdi eleggono Cerreto del fu Tancredi, Duccio figlio di Gherardi e Berto del fu Giovanni, in qualità di procuratori per giurare obbedienza al podestà del comune di Volterra.
Anche nel 1329 sempre il vicario, e i consiglieri del comune di Monteverdi eleggono Bartolomeo del fu Michele Buontalenti di Volterra in qualità di procuratore per riscuotere dal comune di Volterra 50 denari per la condanna di Cigatello di Siena. Tra i firmatari troviamo nuovamente Duccio Gherardi e un Duccio Nucci. Forse uno dei due era l’artista che operò a Volterra e qui, per comodità, fu chiamato semplicemente Duccio da Monteverdi.
da Monteverdi ai quali, il 29 marzo, furono corrisposte lire 13 e soldi 10 per ciascuna. Mario Battistini