Vorrei riferire un fatto accaduto nei boschi di Monteverdi Marittimo, in provincia di Pisa, ormai qualche anno fa. Lo ritengo molto importante dal punto di vista ufologico, non tanto per l’episodio in sé, quanto per la reazione dei presenti: a parer mio è
emblematica di come la mente umana risponde quando si verificano tali fenomeni. Ho raccolto questa testimonianza e l’ho riscritta sotto forma di racconto, omettendo i nomi dei testimoni, ma lasciando inalterati i fatti a me riportati. “…Stavamo tornando dalla cena di Natale dell’azienda per la quale lavoravamo: si era svolta in un agriturismo piuttosto isolato, in piena campagna. Io ero in cima alla fila; dietro di me c’erano il ragioniere e la segretaria, entrambi con le rispettive auto. La pioggia cadeva incessantemente, il ritmo era scandito da
l fastidioso rumore dei tergicristalli e i fari dell’auto riuscivano a scalfire sempre meno il fitto buio dei boschi. Inchiodai. La macchina slittò per un paio di metri a causa dell’asfalto bagnato. C’erano tre esili figure che sparirono velocemente tra la vegetazione; non avevano colore, né connotati, né arti ben definiti. Erano forme allungate, filiformi, simili a quelle di ombre al tramonto. Dopodiché sentii un forte calore invadere prepoten
temente il mio corpo. La pioggia cessò. Quindi un’esplosione di luce proveniente dal bosco ci abbagliò: non riuscimmo a vedere niente per alcuni secondi, forse i secondi più lunghi della mia vita; avevo così tanta paura che riuscivo a sentire il cuore battermi nel petto. Scesi dall’auto, non so perché lo feci. Sentivo la temperatura riabbassarsi rapidamente, alzai gli occhi e vidi una sfera di luce risalire in cielo e perdersi tra le nuvole da essa illuminate. Poi il buio. Ricominciò a piovere, prima adagio, poi di nuovo copiosamente. Io rimasi là, immobile, scrutando il cielo fino a quando la pioggia che mi cadeva sul viso non diventò insopportabile. “Che cosa è successo?” domandò il ragioniere appena sceso dell’auto. “Mi sembra chiaro quello che è successo ” risposi. “Sarà stato un lampione che poi si è spento” disse la segretaria visibilmente scossa. “Sì, chiaro, un lampione in mezzo al bosco… ” ironizzai infastidito “E quegli esseri che ci hanno attraversato la strada, come li spieghi?”… “Quali? – continuò lei – Saranno stati cinghiali!”… “Sì, sarà stata la luce di un lampione” sentenziò il ragioniere. Rimontai in macchina, girai la chiave nel cruscotto e, una volta messo in moto, ripartii. Da quel giorno la mia vita non fu più la stessa: non per quello che osservai con i miei occhi, ma per come avevo visto reagire i miei colleghi. Non stavano mentendo, erano sinceri: probabilmente le loro menti li stavano proteggendo dall’ignoto e da quell’idea così sconcertante, arrivando perfino ad ingannarli di fronte all’evidenza.”
Vittorio Cotronei
tratto da: http://misterobufo.corriere.it/2012/03/13/la-luce-e-le-esili-figure-di-monteverdi-marittimo/