Quest’anno il Concorso dell’olio di Monteverdi Marittimo è giunto all’ottava edizione. Hanno partecipato alla selezione 34 oli. In annate migliori sono stati presentati quasi 50 oli: quest’anno le particolari condizioni climatiche hanno influito anche sulla quantità dei partecipanti, visto che alcuni piccoli produttori hanno raccolto pochissime olive o addirittura hanno scelto di non raccogliere i pochi frutti.
Sul banco degli imputati c’è stata una particolare congiuntura di eventi capitanati dallo strano clima che questa estate ci ha accompagnato dispettosamente: temperature anomale, maturazione tardiva, tanta mosca e rese basse.
La temperatura è stata senza dubbio l’origine di tutti i problemi. Il caldo ha imperversato in autunno impedendo alle olive di maturare correttamente sia dal punto di vista sensoriale che da quello fisiologico abbattendo le rese. Questa condizione ha portato ad uno slittamento del momento ideale di raccolta delle olive e creato al contempo l’habitat ideale per il proliferare della mosca: una delle peggiori combinazioni.
Le prime settimane di raccolta sono dunque state generalmente segnate da rese bassissime e oli poco profumati con grande dispiacere dei produttori e difficoltà dei frantoiani che si sono dovuti destreggiare tra cambi nei frangitori, modifiche della velocità delle pompe, tempi di gramolazione e acqua di diluizione. In molti hanno lavorato a “freddo” con la circolazione delle gramole spenta non riuscendo comunque a tenere a bada la temperatura nelle vasche che in molte zone ha oscillato tra i 30° e i 33° contribuendo a ridurre la freschezza degli oli e ad aumentare l’insorgenza di difetti sensoriali.
L’utilizzo di griglie “strette” (pochi millimetri di diametro) nel frangitore per cercare di estrarre più olio possibile dalle olive poco mature ha contribuito a incrementare lo squilibrio tra amaro e piccante nell’olio con il risultato di avere prodotti disarmonici al gusto e piuttosto chiusi all’olfatto.
Il rallentamento della velocità della pompa che porta la pasta di olive dalle gramole al decanter ha aiutato ad ottenere una migliore separazione e quindi una migliore resa ma allungando i tempi di permanenza dell’olio all’interno del decanter ha contribuito ad influenzare negativamente la quantità dell’olio.
In alcuni frantoi è stata scelto di aggiungere acqua al decanter per aiutare a separare meglio e a spingere fuori l’olio dal cilindro con relativi problemi di perdita di profumi e sostanze antiossidanti.
Molte aziende si sono fermate in attesa di raggiungere il momento ottimale di raccolta ma novembre non ha portato il cambio di clima sperato e alcune produzioni hanno risentito in maniera piuttosto marcata dell’attacco di mosca. Le rese sono cominciate ad aumentare lentamente senza tornare ancora a livelli nella media stagionale.
Chi ha potuto aspettare ed è riuscito a tenere a bada la mosca è in questi ultimi giorni che ha tirato fuori i prodotti migliori con profumi e gusto che finalmente hanno fatto capolino in maniera intensa e armonica. A disturbare questo momento positivo ci hanno pensato però le piogge.
In definitiva, scrive Duccio della Rocca, è stata una campagna che lascia una sensazione di insoddisfazione generale e poco entusiasmo.
In questo contesto generale e considerato le caratteristiche specifiche del nostro territorio, la situazione delle campagne e dei produttori, la partecipazione al Concorso è stata superiore alle aspettative.
(segue)