In Toscana i più prelibati sono quelli selvatici, lunghi e sottili, comuni nelle siepi e in tutta la zona dell’olivo.
Non bisogna confonderli con altre piante, come la vitalba o una sorta di asparago spinoso e amarissimo tipico del sud e della Sardegna.
Gli asparagi selvatici sono i progenitori di quelli, larghi un dito o più, che si trovano nei negozi: sono efficaci ai fini erboristici e celebrati a scopi gastronomici. Sono molto indicati per le infiammazioni epatiche e renali e a chi soffre di reumatismi, gotta e artrite.
Nella tradizione popolare, una volta, per attivare la molla del desiderio, c’erano solo teste d’aglio e di cipolla, asparagi e formaggio, fegato e uova di pesci, creste di gallo, testicoli di toro e, in regioni esotiche, il corno di rinoceronte tritato.
Ce n’è abbastanza per fare passeggiate che uniscono l’utile al dilettevole?“.
Frittata di asparagi selvatici.
Spezzate gli asparagi e lessateli in acqua poco salata. Scolateli e aggiungeteli alle uova sbattute con sale e pepe. Scaldate la padella con olio di oliva toscano e aggiungete uova e asparagi, se ci riuscite girate la frittata altrimenti coprite la padella col coperchio.
Non possiamo indicare le dosi, ma c’è un detto consolatorio per i poco fortunati “con quattro asparagi e una dozzina d’ova si fa una bella frittata
Chi va a raccogliere asparagi segue percorsi collaudati, come il cercatore di funghi sa dove trovarli anno dopo anno.
Vi accompagniamo per i sentieri e strade della macchia, insegnandovi a riconoscere la pianta della “sparagina” e gli asparagi selvatici, il loro uso e le altre ricette toscane con gli asparagi e gli abbinamenti con i vini locali.